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La corsa ai tempi del covid-19

Corsa nei boschi ai tempi del covid-19
8 Marzo 2020: sui monti e nei boschi del Chianti, in fuga dal covid-19

La corsa, ai tempi del corona virus, nell’immaginario collettivo è diventata lo strumento con cui si propaga la pandemia di covid-19. Esperti virologi di quartiere (novelli cecchini da balcone) divulgano su Facebook i risultati di anni di studi personali e ricerche scientifiche, indicando i runner (tutti) e i proprietari di cani come la causa principale del mancato contenimento dell’infezione.

Dobbiamo stare a casa!

In questi giorni, che poi sono diventati settimane, e che saranno mesi, abbiamo assistito ad una continua escalation di invettive e polemiche contro chi corre, perchè se ci dicono di stare in casa, “DOBBIAMO STARE IN CASA!“.

E io in casa ci resto!, Ma ci resto per evitare il contagio, mio, della mia famiglia e anche della collettività, nel caso rientrassi in quella percentuale (stimata fra il 50 e l’75%) di positivi asintomatici.
NON RESTO IN CASA PERCHÈ SONO PUNIZIONE,
E NON HO COLPE DA ESPIARE!

Il virus non va a caccia dei propri ospiti.
“Non vola” autonomamente e non pratica la corsa il covid-19.

Non è un caso che dai vari decreti non sia stata esclusa l’attività motoria e sportiva all’aperto, nè tanto meno la corsa da quelle consentite.
Quindi se CORRO DA SOLO, alle 7 di mattina, in mezzo al niente e in sicurezza (niente trail, niente strade trafficate) costituisco un pericolo per la società?
Se qualcuno mi spiega come il mio comportamemto possa mettere in pericolo la mia famiglia, o la collettività, o creare problemi al Servizio Sanitario, sarò ben felice di ricredermi, e di tapparmi in casa.
Ma al momento non è così: da quello che ho potuto leggere (e da quello che si sa) il contagio avviene in maniera diretta. In mancanza di contatti con persone infette non c’è rischio di contagio.
Il problema è estremamente serio, ma rabbia e panico non sono la soluzione.

Rimaniamo lucidi

I problemi che abbiamo adesso nascono da scelte sbagliate (a partire da privatizzazioni e tagli dei servizi pubblici) fatte da politici che noi (più voi che io) abbiamo votato!
I problemi nascono da comportamenti sbagliati che NOI abbiamo tenuto a partire da metà febbraio, prima ancora che il virus arrivasse sulla bocca di tutti.
Ve lo ricordate l’hashtag #milanononsiferma vero? È una roba di solo 20 giorni fa…
I 4821 nuovi contagiati e i 793 morti del 21 Marzo 2020 sono la conseguenza di quei comportamenti.
Quei 4821 contagi sono avvenuti fra il 7 e il 20 marzo. Statisticamente, di queste persone, ne moriranno circa 385 (visto che in Italia la mortalità è dell’8%). Ma…

Non è colpa dei runner

La colpa è di chi non ha rispettato le indicazioni date da medici e scenziati:
– aperitivi
– feste
– bambini al parco e genitori che chiacchierano
– il pomeriggio a giocare con la cuginetta
– il fine settimana al mare
– la vita sociale nel condominio,
– i figli adolescenti che “…come si fa a tenerli in casa a quell’età“…
– “è poco più di un’influenza…”
Fra questi “colpevoli” ci saranno anche runner, proprietari di cani, passeggiatori seriali, ma anche tante altre persone fra cui, sicuramente, qualche novello cecchino da balcone…
Il problema non è generato dal cosa si fa, ma dal come lo si fa.
Ripeto: rimaniamo lucidi. Evitiamo di cercare il colpevole su cui scaricare le nostre paure e il nostro disagio (prima del corona virus erano gli immigrati, poi i cinesi e adesso… i runner), concentriamoci sulle azioni che sono davvero efficaci.

E ricordiamoci che i numeri della tragedia che vediamo oggi sono il frutto di quello che è successo 2 settimane fa.
Quindi, davvero, smettiamo di prendercela con “la categoria” di turno, e prendiamocela con i singoli che violano le norme, o non ne usciremo.

Altrimenti quando anche ai runner, e ai padroni di cani verrà impedito di uscire, a chi darete la colpa?

E purtroppo, mentre scrivo, arrivano già le prime notizie di denunce ai danni di runner. Alcune sarebbero anche grottesche, se non fossero tragiche.
E allora… “Dagli all’untore!

Nella foto (scattata l’8 Marzo sul l’anello di Cintoia ) il mio ultimo trail prima del “lockdown”, che sapevo essere imminente: una corsa che era anche una sorta di fuga da tutti i pensieri legati al covid-19 e di cui prima o poi troverò la voglia di postare il racconto completo.