E ancora: “The beer sector is embedded in communities, sourcing locally, creating 2.3 million jobs in villages, towns and cities across the whole of Europe.” …ecco uno, di questi 2,3 milioni di posti di lavoro, mi sa che l’ho finanziato io.
Scherzi a parte, il problema è serio in questo settore come in molti altri. E allora io il mio pub preferito lo supporto, perchè hanno gli hamburger più buoni di Firenze, e tante, ma tante grandi birre, sia alla spina che in bottiglia.
Durante l’ultimo trail a Fontesanta, chi ti trovo, seduto sul bordo della strada forestale? Ma uncle Bernie! E che potevo fare, se non approfittare dell’occasione e scattare un selfie? 18k e Bernie Sanders (con i suoi fantastici guanti che adesso voglio anch’io) a Fontesanta: non capita mica tutti i giorni!
È da tanto che avevo voglia di correre sulla neve. Purtroppo Firenze si trova nelle “flatland” della toscana, e qui da noi non nevica quasi mai. Se poi a questo aggiungiamo anche i vari lockdown, correre sulla neve diventa un sogno: quando sui monti c’è neve, non ti puoi muovere. Quando puoi uscire dal comune per andare a correre su qualche monte. non c’è neve.
Poi però la Befana ti fa il regalo: ti svegli e piove, ci sono nuvole basse sulle colline, il cielo è bianco latte, e pensi che oggi sarà davvero dura uscire per andare a correre. Ti convinci per un po’ di ripetute, vicino casa (tanto c’è il lockdown e non puoi andare a Fontesanta) e inizi a vestirti. Decidi di mettere anche la Bonatti, perchè piove bene, e fa pure freddo.
Esci, fai partire il Garmin e inizi a correre a passo lento: un po’ di riscaldamento ci vuole, anche se non fa così freddo, e non piove nemmno così tanto.
Arrivi sull’Arno, dove dovresti iniziare a correre le ripetute e… miracolo, le nuvole si aprono un po’ e sulla collina di fronte c’è neve!
Immediato cambio di programma: si va alla ricerca della neve! Non avevo acqua, non avevo gel, non avevo nemmeno scarpe da trail, ma solo le Glycerin ormai finite. A occhio la neve dovrebbe essere intorno ai 300m di altezza (in realtà poi la troverò a quasi 500). Visto che non ero attrezzato, decido di fare solo asfalto, almeno finchè sarà possibile, ma di evitare il più possibile il traffico. Salgo da stradine strettissime (e con una pendenza assassina) da cui non ero mai passato prima, passando da Settignano, piccolo paesino che deve il suo nome all’imperatore romano Settimio Severo, Montebeni e poi Castel di Poggio e Villa Peyron (con il suo giardino di Fontelucente).
Villa Peyron e Firenze sullo sfondo
Purtroppo però dopo 6 KM e quasi 400m di salita, la neve ancora non si vede, o quasi.
Anzi, un po’ preso dallo sconforto, stavo per accontentarmi di pesticciare (di correre non se ne parlava proprio) quella poca neve che c’era a bordo strada, ma fortunatamente, ho deciso di alzare gli occhi.
Il bosco, sulla collina più in alto, era imbiancato di neve.
È tardi, dovrei tornare a casa, per arrivare all’ora giusta per il pranzo, ma ho aspettato troppo questo momento. Riprendo a correre: un’altro centinaio di metri di dislivello, per arrivare sotto Monte Fanna, dove c’è uno spiazzo che conosco molto bene, perchè da qui partivano delle bellissime discese freeride verso vincigliata (roba di quasi vent’anni fa e di cui ne ho parlato qui).
E finalmente la neve!
Neve su Monte Fanna
Ormai è tardi, e non c’è tempo per correre sulla neve: per tornare a casa decido però di scendere da Vincigliata, con la strada che costeggia l’omonimo castello, sotto una pioggia che diventa via via più insistente, (fortunatamente la Bonatti ha fatto il suo lavoro).
Sul loro blog ufficiale, WordPress ha lanciato la propria “virtual run”. Per tutto il mese di Dicembre basterà fare una corsa di 5Km e aggiungere il tag wwwp5k. E io i miei 5K (moltiplicati per tre) me li sono fatti sabato, nella città più bella del mondo (almeno per me).
8 Marzo 2020: sui monti e nei boschi del Chianti, in fuga dal covid-19
La corsa, ai tempi del corona virus, nell’immaginario collettivo è diventata lo strumento con cui si propaga la pandemia di covid-19. Esperti virologi di quartiere (novelli cecchini da balcone) divulgano su Facebook i risultati di anni di studi personali e ricerche scientifiche, indicando i runner (tutti) e i proprietari di cani come la causa principale del mancato contenimento dell’infezione.
In fuga dai contatti umani e dal corona virus, oggi siamo tornati nel Chianti fiorentino, a Cintoia, per un trail in luoghi veramente notevoli. Nei prossimi giorni il resoconto, con foto e traccia GPX. Per ora… un assaggio.
In un sabato mattina invernale abbiamo deciso di andare a provare il “Sentiero della Memoria“, un anello sui monti del Chianti fiorentino sui cui si sono organizzate le brigate partigiane che poi da qui si sono mosse per liberare Firenze. Più sotto, nel post, troverete anche un po’ di riferimenti storici sulla Resistenza in questi luoghi, e sulla Brigata partigiana Sinigaglia, sulla Strage di Pian d’Albero e sull’Abbazia di Montescalari, ma intanto vi racconto della corsa, delle mulattiere e dei boschi che abbiamo percorso e delle emozioni provate, perchè in certe situazioni si va oltre lo sport, oltre il trail running e anche oltre la natura, e si entra direttamente nella storia (recente e passata).
È iniziata a Montalcino un anno fa, all’edizione 2019 della Brunello Crossing, la mia passione per il trail. E un anno dopo mantengo gli impegni presi (con me stesso) quella domenica mattina, e parteciperò alla Brunello Crossing 2020, malgrado infortuni recenti e una preparazione insufficiente (dopo Trasitraiil 2019 e il Trofeo F.PG. il nulla).
L’anno, dal punto di vista della birra, non poteva iniziare in modo migliore. Il primo giorno dell’anno ho infatti stappato la prima delle bottiglie consigliate dal pusher di zona. Immoralitè, una birra del microbirrificio canadese Dieu du Ciel.